Prima era un argomento tabù. Nessuno ne se ne importava e si cliccava sui vari pop up, sulle condizioni di utilizzo dei dati, sui cookie in maniera veloce. Senza prestarci attenzione. Oggi, però, le cose sono un po’ cambiate.

Le persone sono molto più attente alla propria riservatezza e, quindi, utilizzano vari metodi per difendersi. Eccone alcuni, con un particolare approfondimento sulla VPN, il metodo più usato.

I metodi alternativi per provare a tutelare la privacy

Per proteggere la privacy si sono provate varie strade. Tutte più o meno efficaci. La prima strada è quella di cambiare il servizio di messaggistica istantanea. Con WhatsApp c’è sempre stato il dubbio che la galassia di Zuckerberg – Facebook e Instagram – possa leggere i messaggi (menzioneremo questo punto nel paragrafo finale) e, quindi, indirizzare le pubblicità in maniera mirata.

Proprio per questo motivo, tante persone sono emigrate su altre app, come Telegram. Che, stando a quanto si dice, dà un occhio particolare alla tutela dei messaggi e documenti che si scambiano.

Un altro sistema è quello di utilizzare motori di ricerca che non salvano la nostra cronologia e la nostra attività online. Ormai lo sappiamo: Google è come il Grande Fratello. Ci monitora costantemente e, anzi, cambia anche i risultati in base sia alla nostra posizione geografica che ai siti navigati.

Sono sorti, per questo, altri browser che promettono di lasciarci in pace da questo punto di vista. Due esempi? DuckDuckGo e Firefox.

Ma il metodo migliore resta quello delle VPN. Non a caso, quello che piace di più.

I vantaggi nell’utilizzare la VPN

Non hai mai utilizzato una VPN? Non sai cos’è? Benissimo, qui proviamo a darti una infarinatura generale. Per un approfondimento sulle VPN e la protezione dei tuoi dati in rete potresti leggere gli articoli di VPNMigliore.it, sicuramente uno dei più promettenti portali in Italia in questo settore.

La VPN è un software che ti permette di proteggere i tuoi dati e la tua navigazione, addirittura praticamente cambiando il tuo indirizzo IP. Con un esempio ti sarà tutto più chiaro. Mettiamo che tu sei in un paese dove alcuni siti sono stati bannati (il caso più eclatante è quello della Cina con Facebook). Tu vuoi comunque dare un’occhiata a quei portali ma non puoi farlo.

Ti si riconosce l’IP e, quindi, si capisce che navighi da quello stato. Quindi, cosa fa la VPN? Semplice, ‘simula’ che non sei tu a navigare. E, anzi, fa in modo da simulare il collegamento da un altro paese.

Se tu sei in Cina, ti puoi appoggiare a un server americano, o di qualsiasi altro paese disponibile ovviamente, e navigare tranquillamente sui siti proibiti. Inoltre, la tua connessione è completamente protetta e nessuno potrà entrare e leggere, guardare, osservare ciò che stai facendo.

Ciò ti mette al sicuro per due cose: possibili hacker interessati a conoscere la tua attività online e subire costantemente quelle pubblicità mirate che ti danno tremendamente fastidio.

Addirittura, utilizzando la VPN puoi utilizzare, gratuitamente, anche altri abbonamenti di Netflix. Proprio perché nessuno sa che ti connetti, in realtà, da un altro stato!

L’Europa tutela di più la privacy

Chiudiamo questa guida sottolineando uno sguardo sempre più attento dell’Europa riguardante la privacy. Come ben saprai, dall’8 febbraio cambiano le condizioni di accesso per l’utilizzo di WhatsApp.

Secondo molti, praticamente, il servizio di messaggistica più utilizzato al mondo condividerà i propri dati anche con Facebook. Tutto fatto in casa, essendo WhatsApp di proprietà di Zuckerberg. E ciò ha generato le proteste degli utenti che hanno più a cuore la privacy.

In ogni caso, però, grazie al GDPR del 2016, gli utenti all’interno della comunità europea possono dormire sonni tranquilli. In poche parole, la normativa, in vigore dal 2018, vieta severamente di far farea Zuckerberg quello che avrebbe voluto: cioè spiare sì le persone su WhatsApp ma, poi, condividere i propri dati anche sulla sua ‘prima creatura’.

Il potenziale sarebbe stato sicuramente esplosivo. Mai come stavolta, però, meno male che c’è una legislazione vigente molto forte in tal senso. Che ha perfino fermato colui che ha ‘bloccato’ Donald Trump. Non certo l’ultimo arrivato.

Che, finalmente, anche online si potrà avere un po’ di sana privacy?