Il percorso per diventare avvocato è fatto di varie tappe. Certamente quella di un professionista è un’attività degna di prestigio, anche se oggi dobbiamo dire che esiste un mercato molto competitivo. Questo comporta il fatto che bisogna arrivare a conseguire importanti specializzazioni per poter fare una carriera eccezionale e che comporti anche il raggiungimento di alcune importanti soddisfazioni. Il percorso per diventare avvocato può essere giudicato anche lungo, ma tuttavia bisogna considerare le fondamentali competenze che un professionista deve avere per poter esercitare questa professione in maniera precisa. Ma come precisamente diventare avvocati? Vediamo di analizzare il percorso più dettagliatamente.

Il corso di studi da seguire

A parte il corso di studi, essere avvocato comporta un rimanere costantemente aggiornati e un continuo rapporto con i potenziali clienti, che può essere coltivato anche attraverso azioni specifiche di legal marketing come quelle messe in atto da PromozioneAvvocato.

Infatti non basta soltanto aver seguito un percorso di studi ad hoc, ma bisogna sempre cercare di rimanere sulla cresta dell’onda. Sfatiamo dei falsi miti: per diventare avvocati non è importante quale liceo si è frequentato. Alcuni pensano che possano diventare avvocati soltanto coloro che hanno fatto per esempio il liceo classico e che hanno studiato discipline umanistiche.

È vero che conoscere il latino può aiutare anche nell’approccio al lessico tipico del diritto. È pure vero però che non esistono preclusioni, almeno per quanto riguarda la scuola superiore da frequentare.

Differente è invece il discorso per quanto riguarda la facoltà universitaria da scegliere. Per diventare avvocati infatti è necessario laurearsi in giurisprudenza. Attualmente il corso di laurea in legge prevede una laurea di base triennale e una laurea specialistica, quindi con una specializzazione di due anni per arrivare a conseguire la laurea magistrale.

Il tirocinio da seguire

Dopo la laurea in giurisprudenza, se vuoi perseguire il tuo obiettivo di diventare avvocato, devi svolgere un tirocinio legale o, come viene anche chiamato, il periodo di praticantato. Questo tirocinio deve essere svolto presso lo studio di un avvocato che possa contare l’iscrizione all’albo da almeno cinque anni.

Il tirocinio dura 18 mesi. Almeno in questa fase non esistono differenze sulle azioni da compiere per diventare avvocati civilisti o penalisti.

Ma che cosa fare durante il periodo di praticantato? Perché il tirocinio sia valido, è fondamentale partecipare a 20 udienze per semestre, quindi complessivamente 60 udienze. La presenza del praticante viene indicata nel verbale e spetta al giudice il compito di verificare l’effettiva presenza.

Il conseguimento dell’abilitazione

Dopo il praticantato si può sostenere l’esame per conseguire l’abilitazione professionale. Questo esame è composto da tre prove scritte e una orale. Le prove scritte riguardano alcuni argomenti in particolare, sui quali il candidato deve esprimere un parere in materia di diritto civile, un parere in materia di diritto penale e la redazione di un atto processuale.

Soltanto se si supera la prova scritta, si può passare alla selezione orale. Questa consiste nel rispondere ad alcune domande. L’esame per conseguire l’abilitazione può essere ripetuto infinite volte in caso di bocciatura. Infatti non esiste un numero massimo di tentativi.

Il giuramento e l’iscrizione all’albo

L’ultima fase è quella che ha un valore puramente celebrativo. L’avvocato deve giurare presso il tribunale e deve iscriversi al consiglio dell’ordine degli avvocati relativamente al proprio circondario. A questo punto della carriera arriva anche l’obbligo di iscriversi alla cassa di previdenza degli avvocati e bisogna cominciare a pagare anche i contributi.

Tuttavia è da specificare che per i primi anni di iscrizione esistono delle agevolazioni che riguardano proprio il pagamento dei contributi per i neoavvocati. L’ultimo passo da svolgere consiste nell’apertura di una partita IVA. Infatti una recente riforma ha stabilito che, pur essendo in possesso di una partita IVA, si può rimanere iscritti all’albo.